venerdì 5 dicembre 2008

Natale si avvicina...

Il Natale è un momento magico nel quale i buoni sentimenti sembrano avere la meglio. Una volta trascorso però sembra che ognuno di noi se ne dimentichi, eppure sarebbe bello potessero rimanere per sempre nel cuore di tutti.
Mi piace il Natale, anche se è sopratutto in questo periodo, che si ripensa a tante cose, al passato, a chi ci ha lasciato... e naturalmente ci si ritrova malinconici, tristi...
A volte diciamo: "non vedo l'ora che queste feste passino in fretta", ma non credo che questo sia lo spirito giusto, e il comportamento giusto...

DICEMBRE...NATALE SI AVVICINA...



I giorni passano e le caselline del CALENDARIO DELL'AVVENTO si aprono giorno per giorno...il piccolo si diverte, ogni mattina apriamo una casellina e lui mangia il cioccolatino.
Una mattina ero intenta a prepararmi e mi ero proprio dimenticata, così è stato lui a ricordarmelo!

L'idea di rappresentare graficamente il tempo fino all'arrivo del Natale sembra abbia avuto inizio nel XIX secolo nelle case tedesche. Alcune famiglie segnavano sul pavimento, con il gesso o con della vernice, delle linee man mano che si avvicinava il Natale, altre appendevano alle pareti diverse figure votive o accendevano ogni giorno una nuova candela a partire dal primo dicembre. I calendari dell' Avvento fatti in casa fecero la loro comparsa intorno al 1850, dove ogni giorno, a partire dal primo fino al 24 dicembre, era contrassegnato da un versetto della Bibbia, da un dolce o da un disegno.
La stampa del primo calendario nel 1903, il Minchner Weihnachtskalendar (Calendario natalizio di Monaco), fu opera di Gerhard Lang, e fu subito imitato da altri editori. Nel 1914 la Germania esportava calendari dell' Avvento su cui figuravano paesaggi invernali, alberi di Natale, scene di città, o castelli; molti di questi sono dei pregiati articoli da collezione. Come accadde per i giocattoli e gli addobbi natalizi, questo articolo subì una battuta d'arresto durante la prima e la seconda guerra mondiale, ma il paese continua ancora oggi a stampare calendari per il mercato mondiale.
Nonostante la maggior parte dei calendari dell'Avvento sia ormai prodotta su scala commerciale, gli artigiani non hanno abbandonato la tradizione dei calendari fatti in casa, escogitando modi ingegnosi per segnare il conto alla rovescia dell'arrivo del Natale. Alcune varianti sono rappresentate dalla calza dell' Avvento che contiene 4 regali, che vanno tirati fuori uno al giorno, e la candela danese divisa in 24 sezioni. I calendari dell'Avvento sono particolarmente popolari in Scandinavia, dove il loro abbinamento a programmi televisivi ha sia lo scopo di divertire che di raccogliere soldi per beneficenza.




Avete fatto L'ALBERO DI NATALE e lo avete addobbato con tante LUCI?
Noi si, già dalla settimana scorsa fà bella mostra di sé nel nostro soggiorno. E' grande, e crea davvero un'atmosfera natalizia.

Pochi sanno che la tradizione di addobbare l'abete é nata in Egitto. In quei luoghi infatti l'albero era costituito da una piccola piramide di legno, costruita ad imitazione dei giganteschi monumenti come simbolo culturale e propiziatorio. Dalla terra dei faraoni, dunque un viaggiatore portò questa idea in Europa e, parte delle popolazioni germaniche, scandinave e russe lo adottarono per celebrare il solstizio d'inverno, il ritorno di quel sole e di quel calore di cui il clima d'Egitto era simbolo.
Alla piramide infatti era sovrapposta la " ruota solare" e più tardi furono infilate sulle cime di quella figura geometrica, bastoncini che venivano incendiati; se il fuoco raggiungeva la piramide stessa, l'anno sarebbe stato non soltanto sereno, ma fortunatissimo. Fu Martin Lutero, dicono alcuni, ad introdurre l'abete sostituendolo al simulacro egizio di cui ricordava la forma. Le sue fronde sempre verdi potevano essere anche in pieno inverno presagio di primavera. Le candeline poi, furono inventate dai luterani, in sostituzione dei bastoncini di legno. Le candeline hanno questo significato: la loro luce rappresenta la vita e la fede. Attorno all'albero di Natale sono nate le leggende più gentili e fantasiose.
Tra queste ve ne racconterò una: C'era una volta nell'antica Germania un boscaiolo. Tornando a casa una notte d'inverno, gelida ma serena, l'uomo fu colpito da un meraviglioso spettacolo di stelle che brillavano attraverso i rami di un abete carico di neve e di ghiaccio. Per spiegare alla moglie lo splendore che aveva visto, il boscaiolo tagliò un piccolo abete, lo portò a casa e lo adornò di candeline accese e di allegri festoni. Le candeline somigliavano alle stelle che aveva visto brillare, e i festoni alla neve e ai ghiaccioli che pendevano dai rami. Altri videro l'albero e piacque tanto a tutti, specialmente ai bambini, che presto l'usanza dell'abete con le candeline si diffuse in ogni casa.



Si dice, ma senza alcun fondamento storico, che Martin Lutero fu molto colpito dalla bellezza del cielo invernale mentre ritornava a casa una notte della vigilia di Natale. Ispirato da questa visione, e di ricreare la meraviglia del cielo su Betlemme egli per primo mise delle candele accese sull'albero di Natale. Sebbene le prime notizie di candele messe come addobbi su un albero di Natale ci giungano quasi un secolo dopo, le luci sull'albero rappresentano si un elemento importante del Natale da qualche centinaio di anni. E' fuori discussione che le candele accese su un albero sempreverde contribuiscano a creare una bella atmosfera, ma sono comunque degli addobbi che presentano non pochi problemi. Il primo consiste nel fissarle in maniera sicura sull'albero. Nei primissimi tentativi si faceva colare della cera sui rami, per poi fissarvi le candele, oppure forare sia il ramo che le candele con un ago.
Altri tentativi consistevano nel fissarle all' albero con un filo metallico, o nell'uso di candele sottilissime e flessibili che potevano essere avvolte intorno al ramo. Un'invenzione tedesca del Settecento fu il "cerchio fuoco". Un anello di legno veniva fatto scivolare dalla punta dell'albero e poggiato sui rami ma questa operazione richiedeva alberi con molto simmetrici. Nell'Ottocento fecero la comparsa i primi candelabri con lunghe aste che potevano essere avvitate nel tronco, e candelabri forniti di contrappesi; entrambi i modelli risultarono eccessivamente pesanti o traballanti o tutte e due le cose insieme. Soltanto nel 1878 quando Frederick Arzt inventò un candelabro ad aggancio il problema fu in linea di massima risolto. (L'inconveniente della cera che colava fu risolto con l'uso di una tela cerata che veniva alla base dell'albero). Esistevano anche altri modi per fissare le luci all'albero, appendendovi, ad esempio, lampade ad olio e lanterne. Queste contenevano dell'olio con un lucignolo galleggiante e avevano il vantaggio di durare più a lungo delle semplici candele.
Esse erano pesanti e molto calde e potevano, perciò, essere usate solo su rami molto grossi. Nel 1878 un inglese un po' originale inventò un albero di Natale di metallo con becchi a gas, ma la sua invenzione attrasse veramente pochissimi acquirenti. Non era soltanto il problema della sicurezza a spingere la gente a cercare alternative alla nuda fiamma, anche se questa creava problemi con le assicurazioni. Il principale inconveniente era rappresentato dal fatto che le candele e le lampade a olio necessitavano di una sorveglianza costante. Nel 1882 l'invenzione delle lucine elettriche per l'albero di Natale avrebbe segnato la strada per il futuro. Le lucine elettriche natalizie furono create nei laboratori della Edison, ma i diritti di produzione furono subito acquistati dalla General Electric. Esse erano facili da montare e potevano essere lasciate accese e incustodite per ore. Per oltre venti anni anni dopo i primi esemplari, esse rimasero comunque ancora un'esclusiva dei benestanti, e fuori dalla portata dell' americano medio. (Furono usate per la prima volta alla Casa Bianca sotto la presidenza Cleveland nel 1895.) Le prime lampadine erano rotonde o a forma di pera, ma nel 1907 gli europei produssero le prime luci a forma di figure, bulbi viennesi dipinti a mano a forma dI Babbo Natale, di pagliaccetti e di animali. Agli americani piacque questa innovazione, ma la prima guerra mondiale bloccò le importazioni dall'Europa e costrinse gli acquirenti a guardare al Giappone, che finì per dominare l'industria di questo genere di lampadine fino alla seconda guerra mondiale.
Nel dopoguerra la mania per le lampadine con le forme di Pippo o di pino era passata di moda, e furono subito rimpiazzate dalle lampadine inventate nel 1936 da Carl Otis, che scoprì come costruire lampadine contenenti cloruro di metallina, decretando in questo modo il loro grosso successo. La moda delle lampadine cambiò rapidamente nel dopoguerra. Cominciarono ad essere di moda le lampadine fluorescenti, che sostituirono quelle di Otis, per essere a loro volta sostituite dalle serie di luci a intermittenza o dalla ruota girevole colorata e dalle mini luci. I consumatori sono stati sempre pronti ad accogliere gli ultimi modelli di illuminazione forniti dalla tecnologia.



Molti fanno IL PRESEPIO!
Quest'anno abbiamo deciso di non farlo, i bambini sono ancora piccoli e preferiamo aspettare ancora un pò...!
A me piace il presepio, ricordo da piccola come mi divertivo a farlo!
Andavo a raccogliere il muschio nei campi vicino a casa (non solo io, anche le mie amiche, mia sorella...)e poi lo mettavamo ad asciugare, così era pronto per il presepio. Sopra ci mettevo le pecore, i pastori...
La capanna: un anno l'abbiamo fatta con un tronco d'albero, era davvero bella!

E' una tradizione italiana. il primo presepe lo ideò San Francesco d'Assisi nel 1223 in una grotta di Greccio nel Reatino. Egli amava il Signore con tutto il suo essere e voleva ricordare agli uomini la nascita di Gesù nella povertà e nei disagi. Per questo organizzò un vero e proprio " teatrino dei mimi" con bue ed un asino veri. Intagliò la figura di un bambino e lo pose nella mangiatoia. La notizia si sparse ed una gran folla si avviò con le torce per quel ripido cammino, verso la grotta. E Francesco parlò con gran commozione a quella gente.
San Francesco era molto felice il giorno della nascita di Gesù, da desiderare che tutti lo fossero come lui.E non solo gli uomini, ma anche gli uccelli e tutti gli altri animali. Francesco voleva persuadere l'imperatore ad emanare un editto per decretare che il Natale del Signore, gli uomini provvedessero generosamente ai poveri così come agli uccelli, al bue e all'asino. Così pure, che quel giorno tutti i poveri abbiano in dono dai ricchi, copiose ed ottime vivande. Il successo dell'idea del presepe, propagandata prima dai francescani, poi dai domenicani, ed infine dai gesuiti, fu travolgente e si impose in tutto il mondo cattolico.
Soltanto che da celebrazione con personaggi in carne ed ossa, si trasformò via via in presepio immobile, fatto di statuine di legno, pietra, terracotta. In qualche periodo storico, specialmente nella Napoli del '700, divenne un simbolo di ricchezza, di moda ; i nobili facevano a gara a commissionare agli artigiani il presepio più bello.
"Tratto dal sito "ilpaesedeibambinichesorridono"...


FOTO PRESEPI:




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