domenica 1 maggio 2011

Oggi è il I° Maggio la festa dei lavoratori, ma non solo…Papa Paolo Giovanni II Carol Wojtyla è beato!!!

Oggi è il I° Maggio la festa dei lavoratori, ma è anche un giorno speciale, particolare,  importante… perché da oggi il papa Giovanni Paolo II dopo 6 anni dalla morte (2 aprile 2005) è nel novero dei beati della Chiesa cattolica.

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Un papa  molto amato.
Ricordo soprattutto l’ultimo periodo, quando appariva in TV e guardandolo, sentendolo parlare si capiva la fatica,  la sofferenza, il dolore e allo stesso tempo la forza e la volontà di essere presente.
Ha sofferto di Parkinson e anche mia mamma ha avuto una malattia simile che non le permetteva nemmeno di farsi capire (una delle cose peggiori che possa accadere secondo me è non poter comunicare, essere presente e non poter parlare…gli altri ti parlano e non puoi rispondere, magari ti parlano del tempo e tuo vorresti parlare dei fiori, della famiglia) ricordo che lo guardavamo in TV…

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GiovanniPaoloII
 Carol Wojtyla - PAPA GIOVANNI PAOLO II
(18/05/1920 - 02/04/2005)

La proclamazione è avvenuta durante la solenne cerimonia in Piazza San Pietro, presieduta da papa Benedetto XVI dinanzi a decine di capi di Stato e di governo e mentre oltre un milione di pellegrini - secondo dati della Prefettura confermati dalla sala stampa vaticana - affollavano le vie e le piazze di Roma, sia nell'area del Vaticano che in altre zone della città. La festa del nuovo beato, che sale all'onore degli altari a soli sei anni dalla morte, sarà celebrata il 22 ottobre di ogni anno nella Chiesa di Roma e in quella polacca, finché la canonizzazione non prescriverà il "culto universale". E anche oggi, come durante i funerali dell'8 aprile 2005, il grido del "Santo subito", insieme a un interminabile applauso e allo sventolio delle bandiere reso ancora più intenso dalle lacrime di tanti fedeli, è risuonato subito dopo la formula di beatificazione pronunciata da papa Ratzinger, mentre l'arazzo col ritratto del nuovo beato veniva scoperto sulla facciata di San Pietro. Intanto anche la reliquia di Wojtyla - una piccola ampolla col suo sangue contenuta in un reliquiario d'argento - veniva portata sull'altare da suor Tobiana, che per 27 anni ha servito nell'appartamento papale, e da suor Marie Simon-Pierre, la cui guarigione dal Parkinson ha aperto la strada alla beatificazione. "Ha aperto a Cristo la società, la cultura, i sistemi politici ed economici, invertendo con la forza di un gigante - forza che gli veniva da Dio - una tendenza che poteva sembrare irreversibile", ha detto del suo predecessore Benedetto XVI durante l'omelia della messa, ricordandone l'appello di inizio pontificato. "Quella carica di speranza che era stata ceduta in qualche modo al marxismo e all'ideologia del progresso - ha aggiunto -, egli l'ha legittimamene rivendicata al Cristianesimo, restituendole la fisionomia autentica della speranza".
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Era il secondo dei due figli di Karol Wojtyła e di Emilia Kaczorowska, che morì nel 1929. Suo fratello maggiore Edmund, medico, morì nel 1932 e suo padre, sottufficiale dell’esercito, nel 1941.
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A nove anni ricevette la Prima Comunione e a diciotto anni il sacramento della Cresima. Terminati gli studi nella scuola superiore Marcin Wadowita di Wadowice, nel 1938 si iscrisse all’Università Jagellónica di Cracovia.
Karol Wojtyla di origine polacca, già arcivescovo di Cracovia, nominato cardinale il 26 giugno 1967 da Paolo VI, viene eletto Papa col nome di Giovanni Paolo II.
Non appena eletto, affacciatosi alla loggia di Piazza San Pietro - la sera del lunedì 16 ottobre 1978 improvvisò un breve discorso in italiano. Quindi pronunciò una frase destinata a rimanere nel tempo: “Se mi sbaglio mi corriggerete”. La gente accolse subito il papa che da quel momento cominciò ad essere simpatico.
Fu il primo Papa straniero eletto dopo 455 anni (dal 1523- Adriano VI, fiammingo) e il primo papa polacco in assoluto nella storia della Chiesa. Il 254° del tradizionale elenco.
Un papa con precedenti sportivi, prete operaio, colto, anticonformista, che non gradendo il protocollo, desta subito l’affetto del mondo dei fedeli e anche di quello laico.
Provenendo da una Chiesa dell’Est (dalla Polonia comunista) dove fare il prete é come fare il “combattente” in prima linea,  e dove la gerarchia della Curia o la deferenza in quei luoghi sacri così spogli, é perfino anacronistica, il nuovo Papa forte di queste esperienze va’ subito a  rivoluzionare i rapporti chiesa-fedeli dentro la nostra società occidentale. E lo fa meglio di chi é vissuto dentro questa società, a contatto, ma ostinatamente rimasto sempre distaccato dai problemi reali.
Karol Wojtyla, nacque a Wadowice, città a 50 km da Cracovia, il 18 maggio 1920.
Quando le forze di occupazione naziste chiusero l’Università nel 1939, il giovane Karol lavorò (1940-1944) in una cava e in seguito, nella fabbrica chimica Solvay per potersi guadagnare da vivere ed evitare la deportazione in Germania. Dal 1942, sentendosi chiamato al sacerdozio, frequentò i corsi di formazione del seminario maggiore clandestino di Cracovia. Il 4 luglio 1958, il Papa Pio XII lo nominò Vescovo titolare di Ombi e Ausiliare di Cracovia.
L’elezione di Karol Wojtyla rappresenta una novità e una sorpresa; colpisce il fatto che venga da un Paese dell’Est, quella Polonia nella quale professarsi cristiano, dinanzi al sistema sovietico, richiedeva vera fede e vero coraggio. Alla lotta contro il sistema sovietico sembra essere ricondotto l’attentato di cui è vittima il 13 maggio 1981, mentre procede alla benedizione della folla: alle ore 17.17, in piazza San Pietro, due colpi esplosi da una Browning calibro 9 raggiungono l’addome di Giovanni Paolo II. Autore del gesto è Mehmet Ali Agca, 23 anni, turco, terrorista professionista. condannato a morte per omicidio ed evaso da un carcere militare di Istanbul.
Un importante elemento di distinzione con i suoi predecessori sta nel fatto che, a differenza di questi, non ha esperienze di Curia e di diplomazia vaticana. Interpreta il suo ufficio non come Capo di Stato, ma come missionario: lo attestano i 216 viaggi che ha compiuto, tra l’Italia e il resto del mondo, in vent’anni di pontificato. Prima di lui, tra i Papi successivi al Concilio Vaticano II, viaggiò solo Paolo VI, per 9 volte.
Il viaggio è lo strumento per rendersi presente ovunque nel mondo e per entrare in contatto diretto con i popoli.
Giovanni Paolo II ha operato delle scelte di portata storica. Tra tutte, forse la più sofferta è quella della richiesta di perdono per tutte le sofferenze inflitte ai non cattolici dalla Chiesa stessa. Essa sale sul banco degli imputati, ed è chiamata a rispondere, in primis, del silenzio sull’Olocausto. La tragedia degli ebrei è tutta negli occhi di Wojtyla, il cui villaggio Natale, Wadowice, è a soli trenta chilometri da Auschwitz. Il “mea culpa” cattolico si snoda attraverso varie tappe di estrema importanza.
Il 13 aprile 1986, per la prima volta nella storia, un Papa entra in una Sinagoga. Accade a Roma, in una giornata segnata anche da momenti di tensione: i discorsi introduttivi del rabbino Elio Toaff e del presidente della comunità israelitica romana Giacomo Saban sono duri.
Sebbene il capitolo degli ebrei sia il più drammatico, il libro dei conti con la storia è stato aperto da Giovanni Paolo II ben prima dell’86.
E’ del 1979 il suo primo richiamo al “caso Galileo” e alle colpe della Chiesa nei confronti dello scienziato. Anche in questo caso, il processo di revisione va avanti a tappe: nel 1981 istituisce una “Commissione pontificia per lo studio della controversia tolemaico-copernicana del XVI e del XVII secolo”; i risultati del lavoro della stessa vengono resi noti nel 1992. Esito: la Chiesa sbagliò, credendo “a torto che l’adozione della rivoluzione copernicana, peraltro non ancora definitivamente provata, fosse tale da far vacillare la tradizione cattolica, e che era loro dovere proibirne l’insegnamento”.
Karol Wojtyla ha sottoposto la Chiesa a un riesame non facile. Ciò ha un obiettivo di lungo termine: l’unità ecumenica delle confessioni cristiane. Durante il pontificato ha visitato Costantinopoli, Ginevra e Canterbury, cioè le capitali ortodosse, calviniste e anglicane.
Dall’inizio del suo Pontificato, Papa Giovanni Paolo II ha compiuto 146 visite pastorali in Italia e, come Vescovo di Roma, ha visitato 317 delle attuali 332 parrocchie romane. I viaggi apostolici nel mondo - espressione della costante sollecitudine pastorale del Successore di Pietro per tutte le Chiese - sono stati 104.
Tra i suoi documenti principali si annoverano 14 Encicliche, 15 Esorta-zioni apostoliche, 11 Costituzioni apostoliche e 45 Lettere apostoliche. A Papa Giovanni Paolo II si ascrivono anche 5 libri: "Varcare la soglia della speranza" (ottobre 1994); "Dono e mistero: nel cinquantesimo anniversario del mio sacerdozio" (novembre 1996); "Trittico romano", meditazioni in forma di poesia (marzo 2003); "Alzatevi, andiamo!" (maggio 2004) e "Memoria e Identità" (febbraio 2005).
Papa Giovanni Paolo II ha celebrato 147 cerimonie di beatificazione - nelle quali ha proclamato 1338 beati - e 51 canonizzazioni, per un totale di 482 santi. Ha tenuto 9 concistori, in cui ha creato 231 (+ 1 in pectore) Cardinali. Ha presieduto anche 6 riunioni plenarie del Collegio Cardinalizio.
Dal 1978 ha convocato 15 assemblee del Sinodo dei Vescovi: 6 generali ordinarie (1980, 1983, 1987, 1990; 1994 e 2001), 1 assemblea generale straordinaria (1985) e 8 assemblee speciali (1980, 1991, 1994, 1995, 1997, 1998 [2] e 1999).
Nessun Papa ha incontrato tante persone come Giovanni Paolo II: alle Udienze Generali del mercoledì (oltre 1160) hanno partecipato più di 17 milioni e 600mila pellegrini, senza contare tutte le altre udienze speciali e le cerimonie religiose (più di 8 milioni di pellegrini solo nel corso del Grande Giubileo dell’anno 2000), nonché i milioni di fedeli incontrati nel corso delle visite pastorali in Italia e nel mondo; numerose anche le personalità governative ricevute in udienza: basti ricordare le 38 visite ufficiali e le altre 738 udienze o incontri con Capi di Stato, come pure le 246 udienze e incontri con Primi Ministri.
Muore a Roma, nel suo alloggio nella Città del Vaticano, alle ore 21.37 di sabato 2 aprile 2005. I solenni funerali in Piazza San Pietro e la sepoltura nelle Grotte Vaticane seguono l'8 aprile.

2 commenti:

  1. Un uomo che ha amato e ci amerà sempre!

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  2. Mi sembrava di essere passata di qui e di averti lasciato un commento, ma non lo vedo. Forse l'ho solo pensato e non l'ho scritto.
    Non so se ti sto dicendo la stessa cosa che avevo pensato l'altro giorno, ma credo che - anche se io non sono credente - papa Giovanni Paolo II sia stato un grande uomo, grande nella sua semplicità e spontaneità.

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